Ahmed Bensaada

Il y a pire que de ne pas être informé: c’est penser l’être

Politique

Politique

 

 

المنظمات الاجتماعية الدولية.. خيرية أم جواسيس؟

Les ONG internationales...caritatives ou espionnes?


لعبة الأمم




تقديم : سامي كليب Présentation: Sami Kleib
الضيوف: أحمد مصطفى- زياد عبد الصمد - أحمد بن سعادة Invités: Ahmed Mostafa - Ziad Abdessamad - Ahmed Bensaada
بث الحصة: 25/03/2015 على 8:30 مساءاً Émission diffusée le 25 mars 2015 à 20:30

Source - مصدر

 


Daech e la leggenda di Gilgamesh

Stampa
E-mail
Analisi, marzo 2015 - Alla fine della vita, Gilgamesh si arrese all’evidenza della propria mortalità. Lui che pretendeva di essere come Dio, comprese che per ottenere la gloria eterna, bisognava realizzare grandi opere umane. Così, a forza di cercare l’immortalità, Gilgamesh trovò infine la saggezza. Ovvio che nessun memoriale sarà mai eretto a ricordo dei tagliatori di teste e dei becchini della Storia come Daech e soci... 





Daech e la leggenda di Gilgamesh

Ahmed Bensaaada
Traduzione: Nicola Quatrano (OSSIN)

“Sto presentando al mondo intero colui che tutto ha veduto,
conosciuto la terra intera, analizzato tutto,
e dovunque esplorato tutto quello che è nascosto”

L’epopea di Gilgamesh


Secondo la leggenda, Gilgamesh era un re terribile, sanguinario e crudele. Mosso dal desiderio di competere con tutti, era spietato coi suoi avversari. Questo sovrano sadico era in definitiva un vile tiranno che provava gusto a opprimere il suo popolo, al punto di abusare di tutte le spose nella prima notte delle loro nozze. Pretendendo di essere come Dio, Gilgamesh ha cercato a lungo l’immortalità, ma invano…


Questa storia, “vera come il fatto che il cielo è abitato dagli uccelli e il mare dai pesci” (1), è giunta a noi dalla notte dei tempi, senza perdere nulla dell’originaria freschezza. La più antica opera letteraria di tutti i tempi, impressa a caratteri cuneiformi su una dozzina di tavolette di argilla.



Tavoletta della versione ninivita della Epopea di Gilgamesh


Questo gioiello della letteratura assira e umana che risale, secondo gli specialisti, al 18° secolo a.C. venne scoperta nel 1853 in una collezione di quasi 25.000 tavolette di argilla, che costituiva la biblioteca del re Sardanapalo (7° secolo a.C.). La scoperta avvenne nel corso di ricerche dirette da Hormuzd Rassam, il più celebre archeologo iracheno, nel sito dell’antica Ninive, alla periferia dell’attuale Mosul. E’ d’altronde in questa città del nord dell’Iraq che è nato Rassam, da una famiglia cristiana di padre iracheno (nato a Mosul) e di madre siriana (nata ad Aleppo). Con una simile ascendenza, Rassam avrebbe potuto essere un perfetto cittadino di Daech (acronimo di “Dawla Islamiya fil Iraq wa Cham”) o, in Italiano, Stato Islamico in Iraq e nel Levante, laddove il Levante (o Cham) corrisponde alla storica “Grande Siria”. A patto però che gli aguzzini di Daech gli avessero fatta salva la vita giacché egli sarebbe stato sicuramente giudicato doppiamente come eretico: per la sua confessione cristiana e, soprattutto, per la passione che nutriva per Ishtar, dea assira.



Hormuzd Rassam (1826-1910)

Le diverse ricerche di Hormuzd Rassam hanno permesso la scoperta di molti altri tesori del genio umano, tra cui il celebre “Cilindro di Ciro” (539 a. C.), considerato come la prima “carta dei diritti dell’uomo”. Nel 1971 questo documento impresso su un cilindro di argilla, è stato tradotto dall’ONU in ognuna delle sue sei lingue ufficiali (2).



Il Cilindro di Ciro


Rassam venne iniziato all’assirologia dall’illustre archeologo inglese Austen Henry Layard, le cui importanti ricerche a Ninive vennero raccontate nelle “Rovine di Ninive” (Nineveh and its Remains, 1849), un vero best-seller dell’epoca. Ricordiamo che questo grande cuneiformista ha fatto risorgere dalla notte dei tempi Nimrud (l’antica Kalhu), città situata a una trentina di chilometri da Mosul. Oltre a inestimabili tesori archeologici, Layard ha anche scoperto la più antica lente ottica mai fabbricata da una mano umana. Questa lente che risale a circa 3000 anni fa venne esaminata dall’eminente fisico scozzese David Brewster. Dopo una analisi minuziosa, il fisico ne fornì una descrizione dettagliata e dichiarò che l’oggetto doveva considerarsi “come destinato ad essere utilizzato come una lente, sia per ingrandire le immagini, che per concentrare i raggi del sole (…) “ (3).



Austen Henry Layard

La lente di Nimrud


Cosa dunque pensare degli atti barbari e “culturicidi” di Daech e della sua accolita di criminali? Si può davvero immaginare la costruzione di un qualsiasi “Stato” sulle macerie delle vestige archeologiche del proprio popolo? O tagliando teste umane o spezzando quelle in pietra? Quelli che intendono far sparire l’immensa cultura assira non si comportano peggio del sanguinario Gilgamesh? La demolizione coi bulldozer del sito di Nimrud o la distruzione delle sculture del museo di Mosul sono qualcosa di più di un semplice indizio di incultura: sono la manifestazione di una visione retrograda dell’essere umano e della sua formidabile creatività. Occorre dirlo: al contrario dell’edificazione, la demolizione non è che appannaggio dei predatori, dei deboli degli insignificanti.


La distruzione delle statue al Museo di Mosul


Questa follia distruttrice che sfida il buon senso è tanto più scioccante, dal momento che si manifesta al centro della “Mezzaluna Fertile” (espressione che designa la zona geografica irrigata dal Giordano, dall’Eufrate, dal Tigre e dal Nilo, ndt), culla della civiltà umana. Vicinissima a quella città di Mosul, da cui venivano importati in Europa quei ricchi tessuti di seta e di oro ai quali Marco Polo diede il nome di “mussola” (proveniente da Mosul) (4).

Mosul, dove è nato l’immenso Ziryab (789-857), uno dei fondatori della musica arabo-andalusa che, ancora giovanissimo, meravigliò il califfo abbaside Haroun Al-Rachid. Intorno all’822, sotto il regno di suo figlio il califfo Al-Mamoun (786-833), Ziryab si recò a Cordova (Andalusia) dove venne accolto con tutti gli onori dall’emiro Abderrahmane II (792-852). Qui istituì il primo Conservatorio di musica d’Europa, rivoluzionò il canto, la musica e anche la moda, l’eleganza e perfino le buone maniere, contribuendo in modo incontestabile allo sviluppo senza precedenti della civiltà arabo-mussulmana nel mondo (5).

Da chi discendono allora questi individui che si sono istallati a Mosul e che hanno spinto l’offesa fino a far saltare con la dinamite la moschea del profeta Younes (AS), che ospita la tomba di questo profeta conosciuto da tutta la gente del Libro (6)?


Daech fa esplodere la tomba del profeta Younes a Mosul ("4 luglio 2014)


Molti osservatori paragonano con ragione queste distruzioni a quelle dei Budda di Bamiyan, perpetrate nel 2001 dai talebani afghani, o a quella dei mausolei mussulmani rasi al suolo nel 2012 a Timbuctu (Mali) dal movimento jihadista Ansar Eddine (7).

E, quel che avrebbe potuto essere peggio, nel 2012, sotto la presidenza di Morsi, affiliato ai Fratelli Mussulmani, Morjan Salem Al-Johary, un leader islamista egiziano, aveva chiesto “la distruzione della Sfinge e delle piramidi di Giza” (8).


Intervista in arabo a Morjan Salem Al-Johary
Prima parte


Seconda parte

E si impongono delle domande: perché le vestigia archeologiche faraoniche sono ancora attualmente in piedi, dal momento che l’Egitto è islamizzato dal 7° secolo? Come mai tutti i leader mussulmani che si sono succeduti al governo dell’Egitto, a cominciare da Amr Ibn Al-As, il primo governatore, hanno salvaguardato questo inestimabile patrimonio dell’umanità?
Secondo Al-Johary (e probabilmente per tutti i jihadisti), la risposta è semplice: le vestigia erano praticamente ricoperte di sabbia e, all’epoca, non esistevano sistemi di distruzione efficaci (sic!). Ciò che è assolutamente falso, nella misura in cui anche se alcune erano effettivamente sepolte nella sabbia, le più importanti erano già visibili, anche solo parzialmente. D’altronde le prime ricerche di piramidi sono attribuite al califfo Al-Mamoun, i cui operai riuscirono a praticare, nell’820, la prima apertura della grande piramide di Cheope, ancora utilizzata ai giorni nostri (9).



L'ingresso "Al-Mamoun" della piramide di Cheope


Aggiungiamo che lo storico, medico e filosofo arabo Abd Al-Latif Al-Bagdadi (1162-1231) è stato autore di una dettagliata descrizione delle vestigia faraoniche. Nell’opera “Rapporto dall’Egitto”, considerata come una delle prime opere di egittologia, egli fornì molti dettagli sulla testa della Sfinge, il cui corpo era all’epoca seppellito nella sabbia (10).

Okasha El Daly, professore di archeologia all’Università di Londra, precisa a proposito di Abd Al-Latif che egli era ben consapevole dell’importanza degli antichi monumenti per lo studio del passato e che egli esprimeva ammirazione per i capi mussulmani, che garantivano la conservazione e la protezione degli artefatti e dei monumenti pre-islamici (11).

Da parte sua, lo storico egiziano Ahmed Al-Makrizi (1364-1442) spiega che la mutilazione attualmente visibile sul volto della Sfinge è dovuta a un fanatico sufita di nome Mohammed Saim Al-Dahr. Questo incidente viene datato da Al-Makrizi nel 780 dell’Egira, vale a dire tra il 30 aprile 1378 e il 18 aprile 1379 (12). Secondo un racconto riportato dallo storico e islamologo tedesco Ulrich Haarmann, Al Dahr venne linciato dagli abitanti del circondario, irritati dal suo sordido atto. Lo seppellirono poi vicino al monumento che aveva saccheggiato (13).

Questa storia conferma che, non solo sarebbe stato possibile distruggere le vestigia archeologiche, ma anche che la popolazione locale non permetteva che si vandalizzasse impunemente il patrimonio storico.

Oltre a Abd Al-Latif e ad Al-Makrizi, anche altri storici arabi si sono interessati ai tesori dell’archeologia egiziana e ne hanno fornito dettagliate e meravigliate descrizioni. Citiamo, a titolo di esempio, Al-Idrissi (morto nel 1251) che ha studiato le piramidi in modo sistematico e ha minuziosamente descritto l’interno della grande piramide, già quattro secoli prima dell’astronomo inglese John Greaves (1602-1652), che la presentò all’Occidente solo nel 1646, nel suo celebre libro “Pyramidographia” (14). E per contraddire i fanatici di Daech, i dinamitardi talibani, i demolitori di Ansar Eddine e i jihadisti della razza di Al-Johary, Al-Idrisi raccontò che non solo i Sahaba (i compagni del profeta Maometto) non hanno demolito i monumenti faraonici, ma amavano addirittura riposare alla loro ombra (15).

Occorre dunque riconoscere che, nel corso dei secoli, l’ombra delle piramidi non ha corrotto l’islamismo dell’Egitto, al contrario. Nel “dono del Nilo” (Egitto, ndt) vi sono attualmente migliaia di moschee e, soprattutto, la più prestigiosa tra le istituzioni accademiche dedicate alle scienze islamiche del mondo, l’università Al-Azhar al Cairo (fondata nel 10° secolo). Tra le tante ed eminenti personalità che hanno studiato in questa venerabile istituzione, è interessante citare il “decano della letteratura araba”, Taha Hussein. Cieco fin dalla tenera età, viene considerato come uno dei più importanti intellettuali arabi del 20° secolo. Dopo essere stato licenziato dall’incarico di decano della Facoltà di Lettere del Cairo, lo riottenne nel 1936, accompagnato trionfalmente al suo ufficio dagli studenti nazionalisti. Contrari al suo ritorno, alcuni studenti islamisti scandivano slogan bellicosi, definendolo “decano cieco”. Egli rispose loro: “Ringrazio Allah per avermi fatto nascere cieco, in questo modo non posso vedere le vostre orribili facce” (16).

Nel febbraio 2013, il memoriale di Taha Hussein venne vandalizzato nella città di Al-Minya, e il suo busto abbattuto. Il misfatto è stato naturalmente attribuito agli islamisti egiziani, che non lo hanno mai amato, nemmeno ai nostri giorni (17).


Il Memoriale di Taha Hussein a Al-Minya

prima



dopo


Dopo avere lottato contro tutte le forze della natura, Gilgamesh si arrese all’evidenza della propria ineluttabile mortalità. Lui che pretendeva di essere come Dio, comprese che per ottenere la gloria eterna, bisognava realizzare grandi opere umane. Così, a forza di cercare l’immortalità, Gilgamesh trovò infine la saggezza.

E’ chiaro che nessun memoriale sarà mai eretto a ricordo dei tagliatori di teste e dei becchini della Storia come Daech e soci perché, al contrario di Gilgamesh alla fine del suo girovagare, essi si sono confinati in recessi dell’umanità, troppo distanti dalla saggezza, dalla verità e dalla sapienza.

Il loro unico contributo sarà probabilmente quello di sostituire alla parola “vandalismo” quella di “daechismo”.

E’ inutile sottolineare che il ”daechismo” non avrebbe però potuto apparire e svilupparsi come un tumore maligno dalla crescita folgorante senza il sostegno, l’aiuto e la connivenza dei paesi occidentali e arabi e dei vicini della Siria e dell’Iraq.

Ma questa è un’altra storia….


Riferimenti:

1-    Jean Massin, « Don Juan », Éditions Complexe, Bruxelles (1993), p. 85

2-    Jacques Poulain, Hans-Jörg Sandkühler, Fathi Triki, « Justice, droit et justification : perspectives transculturelles », Éditions Peter Lang (2010), p.146

3-    Sir Austen Henry Layard, « Discoveries Among the Ruins of Nineveh and Babylon », Édition Harper & brothers (1871), p.167

4-    Philippe Menard, « Marco Polo, Le Devisement du Monde », Tomo 1, Librairie Droz (2001), p.197

5-    FSTC Limited, « Ziryab, the Musician, Astronomer, Fashion Designer and Gastronome», Muslim Heritage,
http://www.muslimheritage.com/article/ziryab-musician-astronomer-fashion-designer-and-gastronome

6-    Nasma Réda, « Le patrimoine irakien crie au secours », Al-Ahram Hebdo, 13 agosto 2014, http://hebdo.ahram.org.eg/NewsContent/1037/32/97/6601/Le-patrimoine-iraqien-crie-au-secours.aspx

7-    Le Monde, «Mali : les islamistes rasent trois mausolées près de Tombouctou», 18 ottobre 2012, http://www.lemonde.fr/afrique/article/2012/10/18/mali-nouvelle-destruction-de-mausolees-par-les-islamistes-a-tombouctou_1777726_3212.html

8-    Cavan Sieczkowski, « Murgan Salem al-Gohary, Egyptian Jihadist, Wants Pyramids And Sphinx Destroyed », The Huffington Post , 13 novembre 2012, http://www.huffingtonpost.com/2012/11/13/pyramids-sphinx-destruction-murgan-salem-al-gohary-egyptian-jihadist_n_2121446.html?utm_hp_ref=religion

9-    Giza Pyramid, « A Picture Tour of the Great Pyramid of Giza », http://www.gizapyramid.com/newtour2.htm

10-    Abd Al-Latif Al-Baghdadi, « Relation de l’Égypte », Traduction française, Imprimerie impériale, Paris (1810), pp.179-180

11-    Okasha El Daly, « Egyptology: The Missing Millennium: Ancient Egypt in Medieval Arabic Writings », Éditions Routledge (2004), p. 10

12-    Al-Makrizi, « Description topographique et historique de l’Égypte », Traduction française, Éditions Ernest Leroux, Paris (1895), pp.352-353

13-    Ulrich Haarmann, « Regional Sentiment in Medieval Islamic Egypt », The University of London's Bulletin of the School of Oriental and African Studies (BSOAS), vol.43 (1980) p.55-66, http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=4120372

14-    Peter J. Ucko et T. C. Champion, « The Wisdom of Egypt: Changing Visions Through the Ages », Éditions Cavendish, Londres (2003), pp. 44-45

15-    Caleb Heart Iyer Elfenbein, « Differentiating Islam: Colonialism, Sayyid Qutb, and Religious Transformation in Modern Egypt », Éditions ProQuest, Ann Harbor (2008), p.126

16-    Djaber Asfour, « Un feuilleton qui mérite le respect (2) », Al-Ahram, 19 settembre 2011, http://digital.ahram.org.eg/articles.aspx?Serial=639076&eid=444

17-    Nevine El-Aref, « Is nothing sacred now? », Al-Ahram Weekly, 21 febbraio 2013, http://weekly.ahram.org.eg/News/1533/17/Is-nothing-sacred-now-.aspx

 

 


Fonte: OSSIN

Cet article en version originale française: Daech et la légende de Gilgamesh


 

.

« Je vais présenter au monde celui qui a tout vu,
Connu la terre entière, pénétré toutes choses,
Et partout exploré tout ce qui est caché »

L’épopée de Gilgamesh

 

 

 

Selon la légende, Gilgamesh était un roi terrible, sanguinaire et cruel. Mû par le désir de se mesurer au monde entier, il était impitoyable pour ses adversaires. Ce sadique souverain n’était qu’un vil tyran qui prenait plaisir à opprimer son peuple au point d’abuser de toute nouvelle mariée la nuit de ses noces. Se voulant l’égal des Dieux, Gilgamesh a longtemps poursuivi sa quête vers l’immortalité, mais en vain…

Cette histoire, « aussi vraie que le ciel est peuplé d’oiseaux et que la mer de poissons » [1] nous est parvenue par-delà les âges, sans prendre une seule ride. La plus vieille œuvre littéraire de tous les temps, gravée en caractères cunéiformes sur une douzaine de tablettes en argile.

 

Tablette de la version ninivite de l'Épopée de Gilgamesh (British Museum)

 

Ce joyau de la littérature assyrienne et humaine qui date, selon les spécialistes, du 18e siècle av. J.-C., fut découvert en 1853 au milieu d’une collection de près de vingt-cinq mille tablettes d'argile qui constituait la bibliothèque du roi Assurbanipal (7e siècle av. J.-C.). La découverte a été réalisée lors de fouilles dirigées par Hormuzd Rassam, le plus célèbre des archéologues irakiens, sur le site de l’antique Ninive, dans la banlieue de l’actuelle Mossoul. C’est d’ailleurs dans cette ville du nord de l’Irak qu’est né Rassam dans une famille chrétienne de père irakien (né à Mossoul) et de mère syrienne (née à Alep). Avec une telle ascendance, Rassam aurait été un parfait citoyen de Daech (acronyme de « Dawla Islamiya fil Iraq wa Cham ») ou, en français, l'État Islamique en Irak et au Levant, le Levant (ou Cham) correspondant à l’historique « Grande Syrie ». Pour autant, cependant, que les bourreaux de Daech lui aient laissé la vie sauve car il aurait été certainement doublement jugé pour hérésie : de par sa confession chrétienne et, surtout, pour sa passion envers Ishtar, déesse assyrienne.

 

Hormuzd Rassam (1826-1910)

 

Les différentes fouilles menées par Hormuzd Rassam ont permis de mettre au jour plusieurs autres trésors du génie humain dont le célèbre « Cylindre de Cyrus » (539 av. J.-C.) qui est considéré comme la « première charte des droits de l’homme ». En 1971, ce document gravé sur un cylindre d’argile a été traduit par l’ONU en chacune de ses six langues officielles [2].

 

Le cylindre de Cyrus (British Museum)


Rassam a été initié à l’assyriologie par l’illustre archéologue anglais Austen Henry Layard dont les importantes recherches à Ninive furent consignées dans « Les ruines de Ninive » (Nineveh and its Remains, 1849), un vrai bestseller en son époque. Notons que ce grand cunéiformiste a fait ressurgir de la nuit des temps Nimrud (l'antique Kalhu), ville située à une trentaine de kilomètres de Mossoul. En plus d’inestimables trésors archéologiques, Layard y découvrit la plus ancienne lentille optique jamais fabriquée de main d’homme. Cette lentille datant d’environ 3000 ans fut examinée par l’éminent physicien écossais David Brewster. Après une minutieuse analyse, le physicien en donna une description détaillée et déclara que l’objet devait être considéré « comme destiné à être utilisé comme une lentille soit pour grossir ou pour concentrer les rayons du soleil […] » [3].

 

Austen Henry Layard La lentille de Nimrud (British Museum)

 

Que penser alors des actes barbares et « culturicides » de Daech et ses nervis ? Peut-on réellement imaginer la construction d’un quelconque « état » sur les décombres des vestiges archéologiques de son propre peuple ? Ou en coupant des têtes humaines et en brisant celles en pierre ? Ceux-là mêmes qui veulent faire disparaitre l’immense culture assyrienne ne se comportent-t-ils pas pire que le sanguinaire Gilgamesh ? La démolition au bulldozer du site de Nimrud ou à la massue des sculptures du musée de Mossoul est plus qu’un signe d’inculture : c’est la manifestation d’une vision rétrograde de l’être humain et de sa formidable créativité. Il faut se le dire : contrairement à l’édification, la démolition n’est que l’apanage des déprédateurs, des faibles et des insignifiants.

 

Destruction des statues du musée de Mossoul (Février 2015)

Cliquez sur l'image pour visionner la vidéo

 

 

Cette folie destructrice qui défie le bon sens est d’autant plus choquante qu’elle se déroule au cœur du croissant fertile, berceau de la civilisation humaine. Tout proche de cette ville de Mossoul d’où étaient importés vers l’Europe ces riches tissus de soie et d'or auxquels Marco-Polo donna le nom de « mousseline » (originaire de Mossoul) [4]. Mossoul où est né l’immense Ziryab (789-857), un des fondateurs de la musique arabo-andalouse qui, tout jeune, émerveilla le calife abbasside Haroun Al-Rachid. Vers 822, sous le règne de son fils le calife Al-Mamoun (786-833), Ziryab se rendit à Cordoue (Andalousie) où il fut accueilli avec honneur par l’émir Abderrahmane II (792-852). Il y créa le premier conservatoire de musique d’Europe, révolutionna le chant, la musique ainsi que la mode, le raffinement et les bonnes manières, contribuant de manière incontestable à l’essor sans précédent de la civilisation arabo-musulmane dans le monde [5].

De qui donc tiennent ces gens qui se sont installés à Mossoul et qui ont poussé l’offense jusqu’à dynamiter la mosquée du prophète Younes (AS), où se trouve la tombe de ce prophète connu de tous les gens du Livre [6] ?

 

Daech fait exploser la tombe du prophète Jonas (AS) à Mossoul (24 juillet 2014)

Cliquez sur l'image pour visionner la vidéo

 

 

Nombre d’observateurs relient avec raison ces destructions avec celle des bouddhas de Bamiyan perpétrée en 2001 par les talibans afghans ou celle des mausolées musulmans rasés en 2012 à Tombouctou (Mali) par le mouvement djihasiste Ansar Eddine [7].

Et cela aurait pu être pire. En 2012, sous l’administration du président Morsi issu de la confrérie des Frères musulmans, Morjan Salem Al-Johary, un leader islamiste égyptien, avait demandé « la destruction du Sphinx et des pyramides de Giza » [8].

 

Entrevue (en arabe) avec Morjan Salem Al-Johary (Novembre 2012)

Cliquez sur l'image pour visionner la vidéo

Et des questions se posent : pourquoi les vestiges archéologiques pharaoniques sont encore actuellement debout alors que l’Égypte est islamisée depuis le 7e siècle ? Comment se fait-il que tous les dirigeants musulmans qui se sont succédé à la tête de l’Égypte, à commencer par Amr Ibn Al-As, son premier gouverneur, ont préservé cet inestimable patrimoine de l’humanité ?

Pour Al-Johary (et probablement pour tous les djihadistes), la réponse est simple : les vestiges étaient pratiquement couverts de sable et, à l’époque, il n’existait pas de moyens de destruction efficaces (sic !).

Ce qui est pratiquement faux dans la mesure où même si certains vestiges étaient enfouis sous le sable, les plus imposants ont toujours été visibles, même partiellement. D’ailleurs, les premières fouilles des pyramides sont attribuées au calife Al-Mamoun dont les ouvriers réussissent à pratiquer, en 820, la première ouverture de la grande pyramide de Khéops encore utilisée de nos jours [9].

 

L'entrée "Al-Mamoun" de la pyramide de Khéops (Giza, Égypte)

 

Ajoutons à cela que l’historien, médecin et philosophe arabe Abd Al-Latif Al-Baghdadi (1162-1231) fit une description détaillée des vestiges pharaoniques. Dans son ouvrage « Relation de l’Égypte », considéré comme une des premières œuvres d’égyptologie, il donna moult détails sur la tête du Sphinx, son corps étant à l’époque enseveli sous le sable [10].

Okasha El Daly, professeur d’archéologie à l’Université Collège de Londres, précise au sujet d’Abd Al-Latif, qu’il était bien conscient de la valeur de monuments anciens pour étudier le passé et qu’il exprima son admiration à l’égard des dirigeants musulmans pour la préservation et la protection des artefacts et des monuments préislamiques [11].

 

Cliquez sur l'image pour accéder au livre

 

De son côté, l’historien égyptien Ahmed Al-Makrizi (1364-1442) explique que la mutilation visible actuellement sur le visage du Sphinx est due à un fanatique soufi du nom de Mohammed Saim Al-Dahr. Cet incident a été daté par Al-Makrizi vers 780 de l’hégire, c’est-à-dire entre le 30 avril 1378 et le 18 avril 1379 [12]. Selon un récit rapporté par l’historien et islamologue allemand Ulrich Haarmann, Al-Dahr fut lynché par les habitants des environs, courroucés par son acte sordide. Ils l’enterrèrent par la suite près du monument qu’il avait saccagé [13].

Cette histoire confirme que non seulement il était possible de détruire les vestiges archéologiques, mais aussi que la population locale ne permettait pas qu’on vandalise impunément ce patrimoine historique.

En plus d’Abd Al-Latif et Al-Makrizi, d’autres historiens arabes se sont intéressés aux trésors de l’archéologie égyptienne et en ont donné des descriptions détaillées non sans une pointe d’émerveillement. Citons, par exemple, Al-Idrissi (mort en 1251) qui a étudié les pyramides de manière systématique et qui a minutieusement décrit l’intérieur de la grande pyramide quatre siècles avant l’astronome anglais John Greaves (1602-1652), qui ne la présenta à l’Occident qu’en 1646, dans son célèbre livre « Pyramidographia » [14].

Et pour contredire les illuminés de Daech, les dynamiteurs talibans, les démolisseurs d’Ansar Eddine et les djihadistes de l’engeance d’Al-Johary, Al-Idrisi mentionna que non seulement les Sahabas (compagnons du prophète Mohamed - SAWS) ne se sont pas attaqués aux monuments pharaoniques mais qu’ils appréciaient se reposer sous leurs ombres [15].

Il faut reconnaître aussi, qu’à travers les siècles, l’ombre des pyramides n’a pas corrompu l’islamité de l’Égypte, bien au contraire. Le « don du Nil » compte actuellement des milliers de mosquées et, surtout, la plus prestigieuse des institutions académiques dédiées aux sciences islamiques du Monde, l’université Al-Azhar du Caire (fondée au 10e siècle).

Parmi les innombrables et éminentes personnalités formées par cette vénérable institution, il est intéressant de citer le « doyen de la littérature arabe », Taha Hussein. Aveugle dès son plus jeune âge, il est considéré comme un des plus importants intellectuels arabes du 20e siècle. Après avoir été écarté de son poste comme doyen de la faculté des Lettres de l’université du Caire, il y revint en 1936 porté triomphalement à son bureau par des étudiants nationalistes. Opposés à son retour, des étudiants islamistes scandèrent des slogans belliqueux le traitant de « doyen aveugle ». Il leur répondit : « Je remercie Allah de m’avoir créé aveugle de sorte que je ne vois pas vos horribles faces » [16].

En février 2013, le mémorial de Taha Hussein fut vandalisé dans la ville d’Al-Minya, et son buste a été arraché de son socle. Le forfait a été naturellement attribué aux islamistes égyptiens auprès de qui il n’a jamais été en odeur de sainteté, même de nos jours [17].

 

Le mémorial de Taha Hussein vandalisé à Al-Minya (Égypte)
Avant
Après

 

Après s’être mesuré à toutes les forces de la nature, Gilgamesh se rendit à l’évidence de son inéluctable mortalité. Lui qui se voulait l’égal des Dieux, comprit que pour atteindre la gloire éternelle, il fallait réaliser de grandes œuvres humaines. Ainsi, à force de chercher l’immortalité, Gilgamesh trouva finalement la sagesse.

Il est clair qu’aucun mémorial ne sera jamais érigé à la mémoire des coupeurs de têtes et des fossoyeurs de l’Histoire comme Daech et consorts car, contrairement à Gilgamesh à la fin de son périple, ils se sont cantonnés dans des recoins de l’humanité, trop éloignés de la sagesse, de la vérité et de la sapience.

Leur seule contribution sera probablement de remplacer le mot « vandalisme » par « daechisme ».

Il va sans dire que le « daechisme » n’a pas pu apparaître et se développer comme une tumeur maligne à croissance fulgurante sans le soutien, l’aide et la connivence de certains pays occidentaux et arabes, ainsi que ceux voisins de la Syrie et de l’Irak.

Mais ça, c’est une autre histoire…


Références
  1. Jean Massin, « Don Juan », Éditions Complexe, Bruxelles (1993), p. 85
  2. Jacques Poulain, Hans-Jörg Sandkühler, Fathi Triki, « Justice, droit et justification : perspectives transculturelles », Éditions Peter Lang (2010), p.146
  3. Sir Austen Henry Layard, « Discoveries Among the Ruins of Nineveh and Babylon », Édition Harper & brothers (1871), p.167
  4. Philippe Menard, « Marco Polo, Le Devisement du Monde », Tome 1, Librairie Droz (2001), p.197
  5. FSTC Limited, « Ziryab, the Musician, Astronomer, Fashion Designer and Gastronome », Muslim Heritage, http://www.muslimheritage.com/article/ziryab-musician-astronomer-fashion-designer-and-gastronome
  6. Nasma Réda, « Le patrimoine irakien crie au secours », Al-Ahram Hebdo, 13 août 2014, http://hebdo.ahram.org.eg/NewsContent/1037/32/97/6601/Le-patrimoine-iraqien-crie-au-secours.aspx
  7. Le Monde, « Mali : les islamistes rasent trois mausolées près de Tombouctou », 18 octobre 2012, http://www.lemonde.fr/afrique/article/2012/10/18/mali-nouvelle-destruction-de-mausolees-par-les-islamistes-a-tombouctou_1777726_3212.html
  8. Cavan Sieczkowski, « Murgan Salem al-Gohary, Egyptian Jihadist, Wants Pyramids And Sphinx Destroyed », The Huffington Post , 13 novembre 2012, http://www.huffingtonpost.com/2012/11/13/pyramids-sphinx-destruction-murgan-salem-al-gohary-egyptian-jihadist_n_2121446.html?utm_hp_ref=religion
  9. Giza Pyramid, « A Picture Tour of the Great Pyramid of Giza », http://www.gizapyramid.com/newtour2.htm
  10. Abd Al-Latif Al-Baghdadi, « Relation de l’Égypte », Traduction française, Imprimerie impériale, Paris (1810), pp.179-180
  11. Okasha El Daly, « Egyptology: The Missing Millennium: Ancient Egypt in Medieval Arabic Writings », Éditions Routledge (2004), p. 10
  12. Al-Makrizi, « Description topographique et historique de l’Égypte », Traduction française, Éditions Ernest Leroux, Paris (1895), pp.352-353
  13. Ulrich Haarmann, « Regional Sentiment in Medieval Islamic Egypt », The University of London's Bulletin of the School of Oriental and African Studies (BSOAS), vol.43 (1980) p.55-66, http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=4120372
  14. Peter J. Ucko et T. C. Champion, « The Wisdom of Egypt: Changing Visions Through the Ages », Éditions Cavendish, Londres (2003), pp. 44-45
  15. Caleb Heart Iyer Elfenbein, « Differentiating Islam: Colonialism, Sayyid Qutb, and Religious Transformation in Modern Egypt », Éditions ProQuest, Ann Harbor (2008), p.126
  16. Djaber Asfour, « Un feuilleton qui mérite le respect (2) », Al-Ahram, 19 septembre 2011, http://digital.ahram.org.eg/articles.aspx?Serial=639076&eid=444
  17. Nevine El-Aref, « Is nothing sacred now? », Al-Ahram Weekly, 21 février 2013, http://weekly.ahram.org.eg/News/1533/17/Is-nothing-sacred-now-.aspx

 



Cet article a été publié par le quotidien algérien "Reporters", le jeudi 19 mars 2015 (pp. 12-13)

Lire l'article en format "Journal" sur Reporters

Lire l'article en format "Magazine" sur Afrique - Asie


Il a aussi été publié par:

Version italienne de cet article (Traduction: OSSIN)


Version espagnole de cet article (Traduction: Rebelion)


اكذوبة الربيع العربي

بقلــم: علي الشعواني

تاريخ الإضافة: 2015-03-15


إن المتأمل لحقيقة الثورات العربية يرى بما لا يدع مجالا للشك ان ما يحدث على الساحة العربية ليس ثورات شعبية تلقائية خرجت تنادي بمتطلبات تلك الشعوب .وإنما هي مؤامرة كبرى نفذتها الولايات المتحدة الامريكية وبمساندة ودعم الموساد الاسرائيلي وبعض الاستخبارات الغربية .نعم خطة ومسرحية محكمة الفصول تم كتابة السيناريو الدرامي لفصولها في اروقة CIA والبنتاجون الامريكية وحقيقة ماحصل على ارض الواقع في مصر وليبيا وسوريا وتونس واليمن ماهو الا تجسيد وتمثيل لأحداث تلك المسرحيات وكل من شاهدهم المواطن العربي على ساحات العرض عفوا في الميادين والساحات ماهم سوى كمبارس قد لا يرقى اغلبيتهم الي دور الممثل ناهيك عن ادوار البطولة التي هم ابعد ما يكونون عنها.

وهنالك العديد من المؤلفات والدراسات والبحوث والكتب التي توضح الدور الامريكي في تلك الثورات ولعل من اجمل ما قرأت كتاب (الدور الامريكي في الثورات العربية)للدكتور احمد بن سعادة وهو استاذ دكتور كندي من اصول جزائرية وتميز كتابه انه مدعوم بالوثائق الدامغة التي توضح الدور الامريكي في تلك الثورات. وقد امتد ذلك الدور على مراحل التكوين والتأطير والتدريب والدعم اللوجستي بل والمساندة الفعلية والميدانية .وساهمت في ذلك العديد من الدوائر الامريكية والتي تعنى بتصدير الديموقراطية مثل(الوكالة الامريكية للتنمية الدوليةUSAID).

J’ai le plaisir de vous annoncer la parution d’un nouvel ouvrage collectif international sur l’Ukraine auquel j’ai participé.
Cet ouvrage a été publié par le Centre européen de géopolitique et n’est actuellement disponible qu’en polonais (en attendant de futures traductions).

 بقلم: أحمد بن سعادة

ترجمة: دلال ابراهيم

الثلاثاء 19-11-2013


لم تصدق إسراء عبد الفتاح ما رأت عيناها عندما خرجت من سجن القناطر مساء الثالث والعشرين من شهر نيسان عام 2008 . أخيراً أصبحت حرة بعد ثمانية عشر شهراً من السجن .

في تلك الأثناء ولدى الإفراج عنها كانت ترتدي إسراء الزي الموحد للسجينات المصريات , وهو عبارة عن ثوب أبيض يلف الجسم ويغطي الرأس , بينما تحتجب عيناها التائهتان بحثاً عن وجه مألوف خلف نظارات سوداء . عبرت إسراء البوابات الحديدية لتشاهد خلفهم والدتها , حينها أخذت في الركض مسرعة صوبها , وارتمت في أحضانها وشدتها إليها بقوة حتى ليخيل للناظر إليهما أنهما في جسد واحد وشرعتا في نوبة بكاء طويلة , صعب على المرء أن يشاهدهما دون أن يشعر بالتعاطف معهما . هذا المشهد الذي بثه التلفزيون الرسمي المصري هز مصر كلها ومنه تولدت أسطورة ( فتاة الفيسبوك ) .

لا بد من القول إن الأم قد استغاثت بالأرض والسماء من أجل إطلاق سراح ابنتها . وقبل يومين من الإفراج عن ابنتها دفعت بإعلان مدفوع الأجر في صحيفة المصري اليوم تناشد فيه الرئيس حسني مبارك وزوجته ووزير العدل حبيب العادلي الإفراج عن ابنتها, وأعلنت إسراء أمام الكاميرا أنها لو كانت تعلم أن عملها سيقودها إلى السجن لم تكن لتقدم عليه .

ولكن مَن ارتكب هذا الخطأ الذي يستحق السجن ويجذب انتباه وسائل الإعلام ويثير موجة انتقادات من جانب منظمة الدفاع عن الحريات ؟

تعتبر إسراء عبد الفتاح ناشطة لدى العديد من المنظمات الديمقراطية . والتقت قبل عامين من توقيفها مع أحمد ماهر , حين كانا مناضلين في صفوف حزب الغد بزعامة أيمن نور . وفي الثالث والعشرين من شهر أذار عام 2008 أسسا معاً « حركة 6 ابريل « الرامية إلى دعم العمال في المدينة الصناعية المحلة الكبرى . وكان المخطط يهدف إلى التحريض على إضراب في السادس من نيسان من العام نفسه احتجاجاً على ظروف العمل السيئة وارتفاع أسعار المواد الغذائية . استخدم أحمد وإسراء موقع التواصل الاجتماعي الفيسبوك من أجل إنشاء مجموعة لجذب أكبر عدد من الأشخاص إلى الاحتجاجات . ونجحوا في هدفهم أكثر مما توقعوا , حيث انضم الآلاف إليهم . واستخدموا شبكة التواصل الاجتماعية والتكنولوجيا الحديثة على نطاق واسع , وسارت على خطا دعوتهم إلى دعم الإضراب العديد من المكونات السياسية مثل حركة كفاية . وعلى الرغم من حظر ذلك رسمياً شهدت حركة ستة أبريل مشاركة الآلاف فيها . الأمر الذي أدى إلى اعتقال المئات وعدد من الجرحى وليس أقل من ثلاثة قتلى .

وشد النجاح البارز لاستخدام شبكة التواصل الاجتماعي من قبل حركة ستة أبريل قوات الأمن التي حددت هوية متزعمي هذه الحركة , وبناء عليه وجدت إسراء ( فتاة الفيسبوك ) نفسها في السجن .

وكما اوضحت العديد من وثائق ويكيليكس كانت إسراء عبد الفتاح ومعها عدد من الناشطين المصريين في عداد الأشخاص المعروفين في السفارة الأميركية في القاهرة , ويمكن أن ندرك ذلك من خلال الاطلاع, على سبيل المثال على فحوى البرقية رقم CAIRO99 10و CAIRO215 10 التي يتم فيها ذكر اسم الاثنين على وجه التحديد .

وتتناول البرقية رقم CAIRO99 10 اعتقال ثلاثين ناشطاً سياسياً كانوا قد سافروا معاً من أجل تقديم واجب العزاء إلى العائلات القبطية الست ضحايا عملية إطلاق نار وقع في السادس من كانون الثاني 2010 . ومن بين السبعة عشر ناشطاً الذين كانوا ضمن تلك المجموعة يرد اسم إسراء عبد الفتاح وباسم فتحي وأحمد بدوي وباسم سمير . وهؤلاء الأربعة هم أعضاء في ( أكاديمية الديمقراطية المصرية ) وهي منظمة غير حكومية ممولة من قبل الصندوق الوطني الأميركي لنشر الديمقراطية .

وقبل أن نذهب بعيداً يجدر الإشارة إلى أن الصندوق الوطني لنشر الديمقراطية يعتبر جزءاً من مجموعة هيئات أميركية معنية بتصدير الديمقراطية تمولهم الإدارة الأميركية . ومن بينهم ( الوكالة الأميركية للتنمية الدولية ) وفريدوم هاوس . وهذه الهيئات التي تمول الناشطين في الثورات الملونة تمول أيضاً الناشطين العرب لقيادة ما شاع دعوته « الربيع العربي ».

وفي شهر حزيران من عام 2010 حصلت إسراء عبد الفتاح على جائزة ( الجيل الجديد) التي تقدمها فريدوم هاوس , الأمر الذي يؤكد أكثر على علاقة حركة ستة أبريل مع هذه الهيئة .

وفيما يتعلق بحزب الغد الذي تنتسب إليه إسراء وماهر , والذي يعتبر أحمد بدوي عضواً مؤسساً فيه , فيتلقى تمويله من الصندوق الوطني لنشر الديمقراطية ومن المعهد الجمهوري الدولي ( للحزب الجمهوري ) ومن المعهد الوطني للديمقراطية للشؤون الدولية ( الحزب الديمقراطي ) وكذلك من منظمات أميركية , كما أعلن بصراحة وائل نوارة , الأمين العام لهذا الحزب . مع الإشارة إلى أن المعهد الوطني للديمقراطية للشؤون الدولية والمعهد الجمهوري الدولي هما من ضمن الوكالات الأربع التي يتم من خلالها دفع المنح .

ومن جهة أخرى , تعتبر حركة كفاية من المعارضة المدعومة من قبل المنظمة الأميركية التي تدعى ( المركز الدولي للنضال السلمي ) وهو مركز يعمل بتعاون وثيق مع فريدوم هاوس وكانفاس .

وعلى الرغم من أن اللوحة المرسومة عن الناشطين المصريين ليست شاملة , إلا أن جميع الناشطين الآنف ذكرهم وكذلك الوكالات التي انتسبوا إليها لعبوا دوراً في تنظيم المظاهرات والاحتجاجات ( الربيعية ) المصرية التي أطاحت بحكم حسني مبارك في الحادي عشر من شباط عام 2011 .

ومن الممكن من جهة أخرى رسم قائمة مماثلة لكل دولة عربية على حدة , وبشكل خاص لتلك الدول التي مر عليها ( الربيع ) . وقد شرح المدون التونسي سامي بن غربية في مقال مثير للاهتمام بعنوان « الناشطين العرب في مواجهة الحرية على الانترنيت بصناعة أميركية « هذا التواطؤ القائم بين النشاط العربي و ( المصالح ) الأميركية . ونشر هذا المقال حتى قبل رحيل الرئيس التونسي بن علي .

هذا وقد أتاح تدريب وتمويل الناشطين العرب من قبل وكالات « تصدير الديمقراطية « الفرصة لإنشاء ( جامعة انترنت عربية ) حقيقية , يقدم أعضاؤها المساعدات لبعضهم البعض , حسبما أشار ديفيد .د كيركباتريك وديفيد سانجيه في مقال لصحيفة نيويورك تايمز , وكذلك اعترف فيها الناشط التونسي الشهير سليم عمامو خلال مقابلة أجريت معه في حزيران عام 2011 . وكيف تم ذلك هذا ما سنراه في مقال آخر .

 

Le Grand soir عن موقع


هذا المقال باللغة الفرنسية

Explorez plus...

Naviguez nos catégories d'articles ou découvrez d'autres contenus:

Prix et honneurs
Publications et communications
Cheminement de vie

ainsi que d'autres projets

Prix et honneurs

Prix et honneurs

Description de la partie prix et honneurs

Consulter
Publications et communications

Publications et communications

Description de la partie Publications et communications

Voir la liste
Cheminement de vie

Cheminement de vie

Non, la vie n’est pas qu’un long fleuve tranquille. Long peut-être, avec un peu de chance. Tranquille pas du tout. Du moins pas toujours.

Consulter l'article
Science animée

Science animée

Le site "Science Animée" présente les meilleurs diaporamas scientifiques réalisés par des élèves du cycle secondaire sous la supervision de leurs enseignants.

Explorez
Projet Remèdes naturels du monde

Projet Remèdes naturels du monde

Projet de collaboration pédagogique communautaire entre Concertation-Femme et l’école secondaire La Dauversière

Consultez
Projet Québec-Algérie

Projet Québec-Algérie

Projet de jumelage pédagogique interdisciplinaire international entre l'école secondaire La Dauversière (Montréal, Québec, Canada) et le lycée Abou Abdallah Zerouali (Sig, Mascara, Algérie)

Consulter
Projet Québec-Vietnam

Projet Québec-Vietnam

Projet de jumelage pédagogique interdisciplinaire international entre l'école secondaire La Dauversière (Montréal, Québec, Canada) et le lycée Hon Gai (Ha Long, Quang Ninh, Vietnam)

Consulter
Dans la presse

Dans la presse

Description de la partie prix et honneurs

Consulter
Livres

Livres

Cette section affiche la liste des ouvrages

Consulter
Nos contributeurs

Nos contributeurs

Faites connaissance avec nos contributeurs et lisez leurs contributions

Consulter